#10 - I LIBRI

Vediamo una bibliografia del bromografo:

  • Ministero dell'Aeronautica, "Istruzione sull'uso del bromografo 20x26 Mod.1936 per laboratori fotografici", Roma: Orlandi, 1936 (vedi qui);

  • Valter Narcisi, "Elettronica Flash n°195, giugno 2000" ,  Felsinea, 2000 (vedi qui);


  • Pier Calderan, "Robot fai da te, invenzioni DIY per hobbisti, artisti e maker", Apogeo, 6 giugno 2012 (vedi qui);
  • Salvio Giglio, "Il bromografo di CADZINE" inserto speciale allegato al n°6 novembre 2014 di CADZINE, Cadzine, 2014 (vedi qui).



#09 - GLI INVENTORI

Poiché il bromografo ha come risultato finale la produzione di un circuito stampato, in questo post ci focalizzeremo sugli inventori di quest'ultimo.

Tutto ebbe inizio nell’età dorata americana (1879 – 1900). Negli Stati Uniti, dopo la guerra civile, la produzione era in forte espansione e proprio in quel periodo vi furono importanti scoperte nel campo dell’elettromagnetismo.

Il primo brevetto di un circuito stampato venne depositato nel 1903 dall’inventore tedesco Albert Hanson, che produsse un modello circuitale formato da un conduttore piano in alluminio posto su un substrato dielettrico. Hanson nel suo brevetto descrisse anche il concetto di foro passante, ovvero un foro attraverso due strati collegati da fili perpendicolari per stabilire una connessione elettrica.

I circuiti di Hanson furono usati per semplificare le centraline telefoniche. Secondo gli standard attuali, queste schede sembrerebbero molto grezze. Tuttavia, i circuiti di Hanson hanno molti tratti comuni con i circuiti stampati odierni, compresi le piste conduttrici su entrambi i lati collegate da un foro passante.

Nell'invenzione dei circuiti stampati ebbe un ruolo fondamentale anche Paul Eisler: durante la Seconda guerra mondiale inventò un prototipo e riuscì successivamente a depositare il brevetto di PCB (printed circuit board) con strati di rame su un substrato di vetro non conduttivo, modello simile a quello usato tutt'ora.

#08 - I MATERIALI

La parte principale del bromografo è composta principalmente dalle lampade UV

Vengono solitamente utilizzate lampade a scarica tubolari ai vapori di mercurio a bassa pressione. A seconda dei materiali impiegati, queste si possono dividere in due grandi famiglie: 

- Lampade generatrici di ozono “Ozone Generating” (vetro di quarzo naturale non dopato);

- Lampade “Ozone Free” (vetro di quarzo naturale dopato). 

Si seleziona il vetro di quarzo per la produzione delle lampade UV a bassa pressione poiché garantisce livelli di trasmissione UV molto elevati (pari o superiori al 90%), inoltre è molto resistente alla solarizzazione e poco suscettibile a rotture meccaniche per shock termico.


Link:

http://www.heliosquartz.com/wp-content/uploads/2016/01/Helios-Quartz_UV-LAMPS_ita.pdf

#07 - IL MITO

Per questo post, poiché il bromografo si basa sull'esposizione alla luce ultravioletta, ho deciso di presentare la luce: diversi sono i miti inerenti a questa e alla sua origine, tuttavia vi parlerò di uno poco conosciuto, una leggenda Inuit, il popolo artico. 

"Molto tempo fa, quando il mondo era appena nato, era sempre buio nella terra dove viveva il popolo degli Inuit. Essi pensavano che fosse buio in tutto il mondo fino a quando non capitò lì un vecchio corvo che viveva viaggiando su tutto il pianeta. 
Il vecchio corvo raccontò loro dei giorni luminosi che aveva potuto vedere, e più gli Inuit sentivano parlare di luce e più la desideravano..." 

Il popolo, molto curioso e interessato supplicò al corvo di andare a cercare la luce. Anche se vecchio e molto stanco il corvo andò e riuscì a portare indietro una palla di luce: 

"...Essi ringraziarono Corvo, ma lui si scusò : “Ho potuto portare solo una piccola palla di luce ed avrò bisogno di molto tempo per riprendere forza, così avrete luce solo per metà dell'anno”.
La gente rispose “Ma noi siamo felici di avere la luce per metà dell'anno, prima era buio per tutto l'anno”.

Questo spiega perché , nella terra degli Inuit, all'estremo nord, è buio per sei mesi l'anno ed è giorno per gli altri mesi.



Nella mitologia antica la luce era al centro delle narrazioni, basti pensare ad Apollo, il dio greco del Sole e della luce. Citiamo anche Belili, la dea sumerica della luce e Thesan, la dea etrusca dell'alba.


#06 - IL SIMBOLO

Il 9 settembre 1839 veniva stampata la prima foto su lastra di vetro grazie al processo scoperto da John Herschel, la cianotipia. Attualmente per questo processo, che si basa sull'esposizione ai raggi ultravioletti, viene usata o la luce solare o il bromografo, che come sappiamo è una fonte sicura e stabile di luce UV.




#05 - IL PRINCIPIO FISICO

Il bromografo si basa sul fenomeno fisico della radiazione elettromagnetica, è appunto grazie all'esposizione del master alle lampade UV che si incide il circuito sulla basetta presensibilizzata.



In fisica la radiazione ultravioletta (UV) è quella porzione dello spettro elettromagnetico di lunghezze d'onda comprese tra 100 e 400 nanometri. Verso lunghezze d'onda maggiori, l'UV confina con la luce visibile di onda più corta, che all'occhio umano è percepita come viola, da qui la denominazione. La sorgente naturale più importante è il Sole, l'emissione è legata alle trasformazioni dell'energia termica, prodotta dalle numerose reazioni nucleari e chimiche che avvengono all'interno e sulla superficie della stella, in energia radiante.


In base alle lunghezze d'onda la radiazione ultravioletta si può suddividere in tre sottocategorie:
  • UVA: 400-315 nm
  • UVB: 315-280nm
  • UVC: 280-100 nm
In generale, la capacità di penetrazione e quindi la "pericolosità" per l’uomo dei raggi UV aumenta al diminuire della lunghezza d’onda e, di conseguenza, all’aumentare della frequenza.
La maggior parte dei raggi UV che raggiungono la superficie terrestre sono UVA e, in piccola parte UVB, mentre gli UVC sono totalmente assorbiti dall’atmosfera. Inoltre, i livelli di UV sono più alti al crescere dell’altitudine (ogni 1000 m di altezza i livelli di UV crescono del 10-12%), dell’altezza del Sole e al diminuire di latitudine e nuvolosità.
Altri fattori ambientali che influenzano i livelli di UV sono lo strato di ozono e la capacità riflettente della superficie terrestre (per esempio, la neve riflette circa l’80% delle radiazioni UV, la sabbia asciutta della spiaggia circa il 15% e la schiuma del mare il 25%).

Link:

 

#04 - LA SCIENZA

La scienza su cui si basa il bromografo è l'elettronica, ossia la parte della fisica e dell'elettrotecnica che studia le azioni dinamiche degli elettroni, nel vuoto e nella materia, e l'applicazione pratica dei fenomeni fisici connessi con il movimento delle cariche elettriche nei solidi e nei fluidi. Inoltre l'elettronica è alla base della progettazione dei circuiti elettrici (come appunto i PCB, circuiti stampati). 

Più precisamente però il bromografo si basa su una tecnica di lavorazione detta fotoincisione, dove lo scopo è incidere un'immagine, importata o generata dal computer, su un pezzo di metallo tramite l'asportazione di materiale e l'annerimento di zone specifiche della superficie del materiale stesso riproducendo l'immagine voluta.

L'elettronica nella storia

L'elettronica nacque all'inizio del 1900 con le invenzioni di Guglielmo Marconi e di Nikola Tesla, anche se si sviluppò principalmente dopo la prima guerra mondiale con il "boom" della radio. Nella seconda guerra mondiale si ebbe una nuova svolta con l'invenzione dei transistor e da lì questa scienza è in continua evoluzione.


#03 - GLOSSARIO

Il bromografo, in campo elettronico, è lo strumento che permette di stampare l'immagine del master sulla basetta presensibilizzata.

Un bromografo per circuiti stampati è solitamente costruito come una cassetta chiusa, nella quale si trovano due o più lampade a radiazione ultravioletta. 
Vediamo adesso le principali componenti:
  • Scatola in legno o vecchio scanner: dove vengono inserite le lampade UV;
  • Lampade UV: servono per trasferire, su una basetta ramata presensibilizzata, le piste del circuito;
  • Lastra di vetro: serve per far aderire bene il master alla basetta;
  • Timer: serve per regolare l'esposizione alle radiazioni ultraviolette.

Inoltre, un ruolo fondamentale nell'uso di questo strumento è svolto da:
  • Master: è un disegno, effettuato utilizzato un programma di CAD al computer, sul quale sono riportati tutti i collegamenti elettrici;
  • Basetta presensibilizzata: è il supporto in materiale isolante dove viene stampato il circuito, è coperta da una pellicola protettiva che evita alla superficie sensibile di esporsi alla luce ambiente prima dell'utilizzo

Link:

#02 - L'IMMAGINE

Vediamo alcune immagini di bromografi, sia nel campo elettronico, sia in quello fotografico:








Bromografo 
con lampade 
UV accese


           


                




Un'immagine storica del bromografo usato nella fotografia. 

Dall'Enciclopedia Motta, edizione 1978

#01 - IL NOME

Il bromografo è uno strumento per la fotoincisione in fotografia e per quanto riguarda l'elettronica è usato comunemente per la produzione, soprattutto a livello amatoriale, di circuiti stampati (PCB). 
Il suo nome deriva dall'uso che se ne faceva in fotografia, dove i negativi usati per la duplicazione erano realizzati in bromuro d'argento.
Per quanto riguarda l'etimologia, il termine "bromografo" è composto da "bromo" (dal francese "brome") e "-grafo" (dal greco "γράφω").
In inglese e tedesco è detto "bromograph"  mentre in spagnolo rimane "bromografo".

In questo blog approfondiremo maggiormente l'ambito elettronico, per permettere agli appassionati di impararne il suo funzionamento, la sua storia e molto altro...





Link:

https://educalingo.com/it/dic-it/bromografo

https://it.wikipedia.org/wiki/Bromografo


#28 - LA SINTESI FINALE